MARVELIT
PRESENTA
Di
Carmelo Mobilia & Igor Della Libera
Kaijū
(1° parte)
#
33
Robbie Ryder aveva finalmente il tempo di
prendersi una pausa dal complesso esperimento energetico che stava conducendo da
ore in uno dei laboratori speciali del Progetto Pegasus. Era davanti ad una
macchinetta automatica che offriva una vasta gamma di merendine energetiche e
bibite ad alto tasso zuccherino. Si guardava riflesso nel vetro pulitissimo e
non poteva fare a meno di notare le rughe da stanchezza sulla fronte, le
occhiaie che doppiavano i suoi occhi piccoli e affaticati dai monitor.
<Fossi in te sceglierei il nuovo Mars al cocco
e mela verde>
Robbie infilò la monetina con un gesto lento e
solo dopo qualche istante si rese conto di quella voce a lui fin troppo
familiare. Si voltò. Suo fratello Richard con indosso la divisa di Nova era
alle sue spalle. Non si trovava lì in carne ed ossa, ma come proiezione
olografica creata dall'intelligenza artificiale che risiedeva nel suo casco e
che era collegata alla sua mente.
<Scommetto che sei talmente preso con qualche
emergenza dei tuoi nuovi compagni di gioco per venire a trovare tuo fratello di
persona. Mi avevi promesso che mi avresti fatto analizzare meglio la tua tuta speciale.>
<Per una volta Robbie potresti non pensare al
tuo lavoro come scienziato? La tua testolina rischierà di scoppiare. Lo so che
sei sempre stato un predestinato per queste cose fin dal momento in cui da
piccolo hai creato il tuo primo robot>
<Richard non tirare fuori quella storia. Lo so
che finirai con il ricordarmi che ero posseduto dal dottor Sun e che al tempo
sembravo lo Sheldon di quel telefilm che non ho avuto ancora tempo di
vedere>
<Non mi chiedi cosa ho fatto nella mia ultima
missione? Un indizio: io e i VCO abbiamo combattuto due tuoi colleghi.
Scienziati pazzi intendo. Ho un bel po' di immagini, foto e video registrati
dal mio casco. Se vuoi te li spedisco? Ci sono alcune retrospettive di Tigra e
She Hulk che meritano.>
Robbie morsicò la barretta e fece un'espressione
disgustata.
<Come fa a piacerti questa roba?>
<Non mi piace infatti.> scherzò Richard.
<Quindi adesso sei un Vendicatore ufficiale o
ancora in prova?>
<Ho ancora la “P” sulla schiena ma credo che
nella riunione a cui sto per partecipare discuteranno anche del mio ingresso
ufficiale.>
<La tua prima riunione intorno al tavolo con
la “A”. Sono contento che i tuoi sogni si sono realizzati.>
<Non credo che in questa filiale ci sia un
tavolo simile. Farò un po' di foto e te le manderò. Sto pensando di aprire una
mia pagina Facebook. Credo che sia giusto che noi eroi ci avviciniamo alla
gente, ci facciamo conoscere. Non possiamo salvare il mondo e poi sparire.>
Robbie stava per rispondere all'ologramma,
sentendosi anche un po' stupido a comunicare con l'equivalente scientifico
dello spirito del fratello, quando questo iniziò a scomparire.
<Ciao fratellino mi chiamano per la riunione.
Alla prossima>
Nova lasciò che il casco gli fluttuasse intorno prima
di indossarlo e scendere nell'area dove si trovava la sala delle riunioni.
Sulla porta stavano confabulando, lui non riusciva a sentire cosa dicevano,
USAgent e Battlestar. Lui entrò trovando che al tavolo oltre ai suoi compagni
era seduta anche Sharon Ventura.
<Accomodati Nova, quando entreranno anche gli
altri potremo iniziare.>
<Prima di cominciare... dov’è D-Man? Non
dovrebbe esserci anche lui?> domandò Aracne.
<L’ho accompagnato al pronto soccorso...
dopotutto ha rischiato un ipotermia. Lui era contrario, ma io ho insistito.>
le rispose Tigra.
Henry Pym non riusciva a mascherare il suo
disappunto per quell'incontro. Lui avrebbe voluto rinviarlo ma evidentemente
USAgent aveva cambiato idea.
Lo aveva inizialmente lodato per quella decisione
sofferta, da generale, di liberare Malus ma evidentemente adesso c'erano sul
piatto gli effetti del suo piano e su questi Agent voleva dire la sua.
<Eccomi.> disse annunciandosi
<Battlestar non sarà dei nostri. Ho parlato con lui per riportare il suo
punto di vista. Ha preferito non partecipare.>
Detto questo guardò in direzione di Sharon
Ventura. She Hulk anticipò la domanda del super soldato che intanto andò a
sedersi vicino a Tigra.
<Sharon è qui perchè gliel'ho chiesto io.
Immagino il motivo di questa convocazione ma trovo eccessivo riunirci qui dopo
una battaglia impegnativa come quello contro Demonicus. Questo processo non
poteva aspettare qualche giorno?>
<Non sono qui per processare nessuno>
precisò USAgent alzandosi e piantando i pugni sul tavolo, senza sbatterli.
Nova ebbe l'impressione di assistere ad una delle
liti tra i suoi genitori.
Pym decise di parlare per primo.
<Premetto che non sono qui per cercare di
spiegarvi o giustificare ai vostri occhi la mia condotta. Ritengo che quanto ho
fatto possa essere compreso da tutti voi senza che io abbia bisogno di
denudarmi il petto e aspettare i vostri strali.
<Io non contesto il fatto che tu abbia tenuto
segreto ai tuoi compagni il tuo piano Pym, ma il modo in cui hai condotto la
tua squadra speciale quasi al macello.>
Sharon ventura stava per intervenire, ma uno
scambio di occhiate con Jennifer la trattenne dal farlo. Continuò come gli
altri, con Pym sempre più teso ad ascoltare Walker.
<Mettere un gruppo sulle tracce di Malus,
anche se in segreto, può anche essere stata una buona mossa, ma comporlo di
gente che aveva più di un motivo per avercela con Malus no: dovevi immaginarti
che non avrebbero seguito i tuoi ordini.
Inoltre mettere a capo della squadra D-Man....
tutti sappiamo quanto sia generoso quel ragazzo, ma scommetto che neppure sua
madre direbbe che ha le qualità per fare il leader. Hai mandato un gruppetto di
dilettanti allo sbaraglio, e qualcuno poteva rimanerci secco. Non l’hai saputa
gestire. E’ questo che contesto, e non la decisione iniziale, che forse avrei
preso anch’io vista la situazione in cui si trovava una nostra compagna>
disse guardando in direzione di She Hulk
<Mi chiedo se sei ancora in grado di guidare
questo gruppo.> aggiunse, con severità.
“Mamma e
papà stanno per litigare di brutto” pensò Richard cercando di rendere meno
elettrica la situazione, almeno nella sua testa.
<Dì quello che vuoi dire USAgent, non
nasconderti dietro lunghi giri di parole. Vuoi mettere ai voti la mia
permanenza come capo di questa squadra? Se anche gli altri sono d'accordo con
te sono pronto a dimettermi.>
Thunderstrike non aveva detto una parola fino a
quel momento. Preferiva stare zitto ed ascoltare. Non voleva finire in mezzo a
quella lotta per la leadership. Non sapeva nemmeno lui che posizione avrebbe
scelto, se continuare con Pym o cambiare seguendo la linea di USAgent. She Hulk
invece si alzò ed espresse il suo parere.
<Lo statuto dei Vendicatori prevede che si
elegga un nuovo presidente tramite votazione, ma è anche necessario che vi
siano dei candidati. Se mi è concesso spendere due parole, Henry ha fatto tutto
questo per me. Mi sento indirettamente responsabile per le sue scelte, per
questo motivo voglio rinnovargli la mia fiducia.> disse in perfetto stile
d’avvocato quale era.
<Sentite, neppure io sono troppo entusiasta
del fatto che Hank abbia preso certe decisioni senza consultarci o che ci abbia
tenuti dei segreti> esordì Tigra <Tuttavia sono convinta che non ci sia
nessuno tra noi che abbia l’esperienza sufficiente a ricoprire la carica di leader
meglio di lui. Anch’io voto a suo favore.>
<Lo immaginavo> aggiunse USAgent stizzito
<E il fatto che andavate a letto insieme non ha inciso su questa decisione,
non è vero?>
<Falla finita Agent!> le rispose Greer,
irritata dall’allusione.
Sharon Ventura intanto si sentiva sempre più a
disagio. Che ci faceva lì? Era imbarazzante. Era come assistere alle liti dei
propri vicini di casa. Voleva andarsene ma la tensione era troppo alta e decise
di starsene seduta in un angolo senza fiatare.
<Sentite, alla fine nessuno si è fatto male e
siamo riusciti a fermare i piani di Demonicus.>aggiunse Aracne <Io dico
che non è il caso di arrivare a tanto.>.
<Voi due come la pensate?> domandò Walker
rivolto a Thunderstrike e Nova.
<Mi dispiace USAgent ma sono in squadra da
troppo poco tempo per farmi un idea di chi sia il capo migliore. Il dottor Pym
è uno dei membri fondatori dei Vendicatori... sia est che ovest. Al momento
credo che la cosa migliore sia restare così come siamo.> disse Thunderstrike
<Idem per me. Non ho avuto neanche il tempo di
mettere il mio spazzolino in bagno...> aggiunse Nova.
USAgent borbottò qualcosa. Evidentemente non era
troppo contento della cosa, ma rispetto ai suoi primi giorni da Vendicatore
aveva compreso come l’armonia tra i membri era la cosa più importante per la
squadra, e vedendoli tutti concordi, si fece da parte.
<Molto bene, visto che le cose stanno così, mi
rimetto alla maggioranza... per adesso. Ma la cosa non finisce qui. Tengo
d’occhio ogni tua mossa, Pym.>
<Molto bene> disse Calabrone, facendo finta
di non aver sentito quell’ultima frase
<Visto che sono ancora il capo, vorrei passare
all’altro punto del programma; ho iniziato ad analizzare i dati sottratti da
Demonicus, tutti i suoi file e quanto era contenuto nelle cartelle criptate.
Sta progettando qualcosa di molto grosso e non vorrei che le nostre beghe
personali, i dissapori interni, giustificati o meno, si mettessero tra noi e
quel criminale dandogli il tempo di completare il suo piano. Tutti i file di
Demonicus indicano senza ombra di dubbio che sia tornato dove tutto è
cominciato, nella terra in cui la sua ossessione per Godzilla lo ha trasformato
nel folle genetista che è oggi. >
<Ti riferisci al Giappone?> chiese Aracne.
<Precisamente. Sono fermamente convinto
che....>
<Uh dottor Pym> prese parola Nova <Mi
dispiace interromperla ma c’è qualcosa che continua a lampeggiare sulla console
del computer... e l’ultima volta che lo ha fatto ci ha fatto volare per
Madripoor [num 32].>
<E’ vero... sembra un allarme.> osservò She
Hulk.
<In effetti lo è, Jennifer> e così dicendo
Pym corse al computer e digitò in fretta il comando di triangolazione.
<Di che si tratta? Altra roba di cui non ci
hai parlato?> disse polemicamente John Walker.
<Oh dacci un taglio Agent!> lo riprese
Tigra.
Pym attese un attimo e poi concluse dimostrando
quello che gli stava veramente a cuore
<Vi ricordate del nostro amico Hulk Rosso? La
sua traccia gamma è stata appena rilevata vicino al Red Rock Canyon.>
Il grande schermo alle loro spalle mostrò una
visione satellitare di quella zona.
<Red rock... sembra che il nostro amico abbia
uno strano senso dell'umorismo.> disse Thunderstrike.
<Uh, che facciamo adesso?> domandò Nova.
<Vista l’attuale situazione direi di dividerci
in due squadre> rispose Calabrone <Sei d’accordo con me, USAgent?>
chiese poi.
Era forse una frecciatina? Oppure un gesto
distensivo verso di lui? Fatto sta che lo scudiero rispose positivamente:
<Si, visto come stanno le cose, direi è la
cosa migliore da fare.>
<Allora, io Thunderstrike, Nova e Aracne ci
dirigeremo in Giappone, mentre Agent, She Hulk e Tigra andranno in Nevada.
Sharon, date le circostanze, ti chiederei di unirti a loro: i poteri della tua
forma rocciosa potranno essere molto utili dato il genere di avversario che
andranno ad affrontare.>
<Sono dei vostri> rispose la ragazza.
Pochi minuti dopo, l’hangar della base dei
Vendicatori si aprì e con un decollo spettacolare due Quinjet uscirono
contemporaneamente, percorsero alcuni chilometri fianco a fianco per poi
dividersi prendendo due direzioni differenti.
Red
Canyon, Nevada.
Era circondato da pareti di
roccia che salivano verso l'alto diventando poi pinnacoli che sfioravano il
cielo bruciato del Nevada.
Si appoggiò ad una di queste e si
guardò le mani. Il terriccio insanguinato che copriva la pietra gli era rimasto
sui palmi. Odiava quel colore. Il suo sguardo, anche quando non era posseduto
dalla creatura, era velato di sangue. Le sue braccia adesso erano pallide ed
esili, sul punto di spezzarsi come quelle di un uomo fatto di vetro, eppure
poteva vedere all'interno delle vene l'energia rossa che vi scorreva dentro.
Una maledizione legata al suo
DNA, le sue cellule, ogni fibra del suo essere era sotto il controllo di quel
mostro che ora, dopo parecchie ore, si era finalmente addormentato dentro di
lui. L'uomo sapeva però che sarebbe bastato poco, un pezzo di roccia che
staccandosi dall'alto l'avesse colpito o semplicemente il movimento sibilante
di un crotalo per risvegliarlo e condannarlo di nuovo ad essere un messaggero
di rabbia e distruzione.
Anche la sua mente ferita, le
sinapsi bombardate da quell'energia terribile non potevano tradire il suo unico
pensiero che nel tempo era diventato un'ossessione. L'orrore era scaturito dal
fatto che qualcuno non l'avesse lasciato morire.
Non avrebbe mai pensato che
proprio lui sarebbe finito col diventare un mezzo di quella cosa.
***
<Basta una freccia e avremo
risolto uno dei più grossi errori commessi dalla nostra gente.> le parole
vennero pronunciate da una delle due ombre che all'insaputa dell'uomo lo
stavano osservando dall'alto del crinale, protette da un grosso sasso.
Era una giovane donna dai
capelli turchini. Indossava una cotta dorata e un paio di jeans short. Detto
questo portò la mano dietro la schiena e quando lo fece l'aria sfrigolò
formando una faretra d'energia da cui estrasse un dardo crepitante.
Lo prese e in quel momento
davanti a lei, stretto nella mano libera si materializzò un arco di quella
stessa sostanza energetica. Il tipo che era con lei la bloccò. Lei si voltò
infastidita e disgustata dalla faccia del suo compagno, un reticolo di
cicatrici la copriva facendo sembrare la sua pelle il tessuto di una vecchia
pergamena. Indossava un cappello da cow boy e degli occhiali scuri. Aveva abiti
di battaglia e non normali.
<Noi avevamo il compito di
rintracciarlo e lo abbiamo svolto. Adesso tocca ai pesi massimi del Pantheon
riportare a casa il mostro. Non fraintendermi, non ero d'accordo con Paride
quando ha ordinato questo piano ... anche io avrei preferito stendere quella
mostro, possibilmente da lontano con una delle tue infallibili frecce.>
<Per una volta che andiamo
d'accordo, Prometeo, sei tu quello che si scopre fedele al gran capo. Fin
dall'inizio quello che abbiamo fatto a quel fragile umano è stato
sbagliato.>
<Non preoccuparti Atalanta; i
miei sensi traccianti avvertono che avremo presto compagnia e tu avrai più di
un bersaglio su cui sfogare la tua frustrazione di cacciatrice.>
<Cosa percepisci?>
Prometeo puntò i suoi occhi
verso un punto lontano dove uno sguardo normale non avrebbe trovato che cielo
arso dal sole e nel quale lui, con la vista che rivaleggiava con quella
dell'asgardiano Heimdall, vide uno dei Quinjet dei Vendicatori.
Riconobbe la A sulla fiancata e
poi proiettandosi oltre con i suoi occhi speciali individuò gli eroi presenti
dentro il mezzo volante. Vide USAgent che lo guidava, al suo fianco Sharon
Ventura e dietro She Hulk e Tigra che parlavano tra loro.
<Lo sai che a differenza di
Achille e altri del nostro club non ho mai avuto una passione per i supereroi.
Però ho visionato le immagini registrate
dello scontro tra il nostro amico fuggito dal Pantheon e i Vendicatori in
California e posso dire con estrema certezza che alcuni di quegli eroi sono
presenti nel jet che sta per raggiungerci.>
<Quindi abbiamo a che fare
con” i buoni”. Non importa. Le mie frecce non fanno differenza quando c'è da
abbattere qualcosa, appena saranno a tiro li farò cadere dal cielo. >
Prometeo la afferrò per un
braccio.
<Niente mosse avventate. Il
loro intervento potrebbe tornarci utile. Lo sai che il mio potere mi permette
di guardare avanti e io adesso sto vedendo una grande opportunità>
Atalanta riassorbì l'energia
della freccia e tacque.
In volo verso il Giappone.
A bordo del Quinjet si avvertiva
una certa tensione. Sebbene la discussione sembrasse essersi risolta in suo
favore, Calabrone era scuro in volto, segno evidente che le dure parole di
USAgent avevano colpito nel segno. La fiducia in se stesso e nella propria leadership
erano state già messe a dura prova in passato, e quest’ultimo colpo ricevuto
aveva ripreso a farle vacillare.
<Hank so che non ci
conosciamo bene come con Tigra e gli altri ma... volevo dirti che per me hai fatto
bene. Voglio dire, come ti ho detto alla sala riunioni, non ci sono state
conseguenze e i cattivi sono stati fermati. Ed è questo quello che conta. Non
dare ascolto a USAgent... lui cerca solo l’occasione per poter prendere il
comando.> disse Aracne rompendo il silenzio.
<Si quella copia sbiadita di
Cap ha solo il trip del comando. Quelli dell’East Coast mi avevano messo in
guardia...> aggiunse Thunderstrike.
<Col tempo imparerete che
USAgent trova sempre il modo peggiore per esprimersi, ma è genuino. Non ci sono
doppi fini nelle sue azioni. Credeva ad ogni parola che ha detto, e la sua
schiettezza, per quanto a volte può essere dura, è una qualità che
apprezzo.>
<Agisce e pensa come un
militare e, sebbene io appartenga a un corpo con gerarchie simili, non mi trovo
molto a mio agio con questi metodi. Non credo che rimarrei in squadra se fosse
lui a comandare.> affermò Nova.
<Concentratevi sulla
missione, ragazzi.> disse loro Pym per distoglierli da quella situazione.
In volo verso il Nevada.
Nello stesso momento, a bordo
dell’altro mezzo si stava svolgendo la medesima discussione, ma con toni molto
differenti.
<Agent, ci sei andato troppo
pesante con Hank. Non dev’essere stato facile per lui fare certe scelte, non
avresti dovuto farlo sentire peggio di quanto stava.> esclamò Tigra.
<Già, il solito tatto da
elefante. Ha già subito un processo alle intenzioni, anni fa, e non gli ha
fatto per nulla bene.>
<Femmine, sempre a prendere
le difese dei più deboli> rispose stizzito USAgent
<”Femmine”? Hai detto proprio “femmine”?
Ma chi sei, Fred Flinstone?> lo interruppe Sharon Ventura, infastidita dal
suo tono.
<Pym non è un ragazzino,
ok?> riprese il supersoldato <Per me ha sbagliato e ho ritenuto giusto
dirglielo! Se fare il leader è troppo pesante per lui e non regge lo stress di
qualche critica, può anche dimettersi.>
<Già e scommetto che tu hai
in mente qualcuno per sostituirlo, dico bene?> gli disse ancora She Hulk,
alludendo alle sue ambizioni.
<Se mi concedeste
un’opportunità, vedreste che sono il più qualificato per ricoprire quella
carica.>
<Mi dispiace dirtelo Agent,
ma se mai verrà quel giorno io mollerò la squadra. I Vendicatori non sono solo una squadra, sono un gruppo di amici
pronti a sostenersi sempre e comunque> disse Tigra <Forse non saremo una
famiglia come i Fantastici Quattro o uniti come gli X Men, ma siamo molto
affiatati; Dio solo sa quanto mi sono stati vicino i miei compagni nei miei
momenti più neri. Per come la vedo io, tu hai un visione troppo militaresca, ed
io non ho mai firmato per arruolarmi!>
<Scusate se vi interrompo>
intervenne Sharon <ma a giudicare da quello che vedo là sotto, direi che ci
siamo.>
Sul fondo dell’Oceano Pacifico, a bordo di una tecnologica
base sottomarina.
La grande bestia dormiva supina
sul fondo dell’Oceano. Le sue creature geneticamente modificate erano riuscite
a sopraffarla. Solo il suo genio poteva riuscirci. Un assoluto trionfo per il
dottor Demonicus, che osservava il gigantesco Gojirasauro dalla vetrata del suo
mezzo sottomarino con malcelato entusiasmo.
<Mia vecchia nemesi... sono
felice di incontrarti nuovamente. Quante volte in questi anni ci siamo
scontrati? Era solo questione di tempo prima che il mio intelletto trovasse il
modo di sottomettere la tua maestosa potenza. Già una volta, in passato [Iron Man vol. 1 194/192] ero riuscito
a sottometterti al mio volere, ma Iron Man e i maledetti Vendicatori
intralciarono i miei piani. Ora riprenderemo da dove c’eravamo interrotti, e ci
vendicheremo anche di loro. E’ il momento che il mondo conosca la mia Pax Demonica, e tu distruggerai per
conto mio chiunque proverà ad ostacolarmi!>
Tokyo.
<Perché dobbiamo agire in
abiti civili?> domandò Nova.
<Negli Stati Uniti sono
abituati alla nostra presenza, ma i giapponesi potrebbero allarmarsi nel vederci
arrivare. Non vogliamo che si scateni il panico. Per cui, via le maschere e
indossate gli abiti civili. Li trovate nella stiva.>
<”Il figlio di Odino non
necessita di certi sotterfugi”> esclamò Thunderstrike con una certa ironia, mentre
battendo la sua mazza incantata a terra riassunse le sembianze dell’architetto
Eric Masterson <Visto? Più pratico che cambiarsi in una cabina
telefonica.>
<Non appena le cose
finiranno, devo ricordarmi di portare un souvenir a mia figlia Rachel. Mi ha
dato il tormento appena le ho detto che venivo a Tokyo.> disse Aracne.
<Si anche Kevin, stessa
cosa> le disse sorridendo Eric <E’ la terra dei manga e dei videogames...
i ragazzi ne vanno matti.>
<Basta così. Non siamo qui
per fare shopping> disse secco Pym.
Gli altri tacquero. Era come se
Hank volesse riaffermare il suo ruolo. In quel caso non ce n'era bisogno.
Vecchi e nuovi membri erano dalla sua parte. La verità è che le parole di
USAgent pesavano e lui era il primo che doveva convincersi di avere veramente
ragione.
<Dove siamo diretti? In volo
ci hai spiegato che tra i file di Demonicus molti riguardavano un unico
progetto, qualcosa che il buon dottore ha iniziato proprio qui a Tokyo>
disse Nova dimostrando che giocare con l'ipad integrato nella sua tuta non gli
aveva impedito di ascoltare Calabrone.
<Stiamo per farci un giretto
nel sottosuolo della città> disse Hank prima di attraversare la strada e
salire su un autobus. Gli altri lo seguirono. Il mezzo era occupato solo per
metà. Molti giapponesi e qualche turista che guardava fuori e fotografava i
grandi palazzi che sembravano fatti di neon.
<Il mio giapponese è
parecchio arrugginito e non capisco dove siamo diretti>
<Fuori città dove c'è un
impianto per il controllo e drenaggio delle acque. I giapponesi ne hanno fatto
un sito turistico con tanto di giro nella sala comandi e altro, quello che non
sanno è che Demonicus ha ricavato negli enormi spazi sotterranei uno dei suoi
laboratori. Quello che nei suoi file ha chiamato più volte Lab Tokage che significa” grossa
lucertola”>
<Quindi è vero che Demonicus
è ossessionato con Godzilla... e io che pensavo che ad odiarlo fossero solo gli
spettatori dell'ultimo film> scherzò Nova.
Il bus partì e in breve tempo
uscì dalla città. All'esterno di Tokyo, oltre la tentacolare periferia c'era un
'area deserta priva di centri urbani e qui si trovava il centro speciale per il
controllo. Calabrone sapeva dalle mappe che la parte che si vedeva all'esterno,
simile ad un casermone militare non era che la punta dell'iceberg di una vera e
propria città sotterranea composta da enormi colonne e veri e propri fiumi. In
quel dedalo di cemento e condotti avrebbero trovato il lab Tokage.
Dopo essersi registrati come
normali visitatori e ad aver seguito la guida fino al punto che Henry sapeva
essere quello dell'ingresso nascosto al lab, abbandonarono i turisti e
iniziarono ad esplorare la zona vietata al pubblico.
<Demonicus deve aver fatto
parecchi soldi con le sue ricerche, prima un’isola volante e adesso questo. Mi
chiedo quanto abbia dato agli amministratori e ufficiali locali per far sì che
nessuno scoprisse il suo laboratorio> disse Masterson prima che Pym
esultasse.
<Ho trovato l'ingresso. Per
aprirlo useremo il martello di Thunderstrike > spiegò.
<Rischiamo di fare troppo
rumore. Non credo che Demonicus abbia lasciato il suo laboratorio senza
protezioni né guardie> affermò Aracne iniziando a spogliarsi <nel caso,
voglio essere pronta. Preferisco i miei abiti di lavoro> gli altri seguirono
il suo esempio e poi Thunderstrike appoggiò il suo maglio nel punto indicato.
<E' un’entrata completamente
sigillata, non riuscirei a passarci nemmeno se potessi rimpicciolirmi fino alla
grandezza di un atomo. Non preoccuparti per il rumore, voglio che canalizzi
l'energia nella testa del martello e che poi la sprigioni contro la parete, il
meccanismo bombardato dall'equivalente asgardiano di un impulso
elettromagnetico, dovrebbe cedere>
<Ecco il leader che vogliamo,
quello che sa usare come arma migliore la sua sagacia, la sua intelligenza>
disse Aracne.
<Se mio fratello fosse stato
qui gli sarebbe venuto un orgasmo. Cavolo lui impazzisce per queste cose, io al
massimo so cos'è l'impulso elettro coso perchè l'ho sentito in una puntata di
Lost> aggiunse Nova prima di essere zittito da Pym.
Thunderstrike si concentrò.
<Non sarà facile, un conto è
prendere a martellate le cose oppure fulminarle scatenando su di loro l'ira del
cielo, un altro operare in modo chirurgico>
<Ho fiducia in te Masterson.
Ricordati che per un periodo tu sei stato Thor>
Quelle parole spinsero
Thunderstrike a chiudere gli occhi e a catalizzare i suoi pensieri e ogni suo
sforzo su quell'operazione. Un errore e l'intera struttura sotterranea poteva
cadere sulle loro teste. Una bella responsabilità. Masterson però non era solo
un dio sostituto, era anche un architetto e quelle conoscenze sommate
all'energia che stava convogliando lo aiutarono ad indirizzare il colpo. Il
martello rilasciò un lampo sottile, proprio come una chiave e dopo qualche
istante, passato dai suoi compagni, con il fiato sospeso, le parete si aprì.
Una volta superata Pym chiese ad Aracne di usare i suoi fili psionici per
richiuderla e nascondere ogni segno del loro passaggio. Fatto questo
procedettero fino alla sala laboratorio che si illuminò appena ne varcarono la
soglia. C'erano vasche di parecchi metri, vuote o piene di acqua dal colore
azzurrino. Alcuni schermi monitoravano altri luoghi.
Nova si sedette sulla sedia
davanti ai computer e notò che nel posacenere c'erano delle sigarette che non
sembravano essere lì da troppo tempo. Ne prese una, era mezza fumata come se
fosse stata buttata via perchè non c'era tempo per finirla.
<Ragazzi questa cicca è
ancora calda, ora so dai gialli televisivi che questo vuol dire una cosa sola,
che c'era qualcuno qui davanti a questi schermi e che sapendo che saremmo
arrivati o ha tagliato la corda oppure...>
Aracne si era resa conto del
movimento alle sue spalle e non aspettò che la katana comparisse all'altezza
del suo collo per agire. Avvolse l'ombra che la reggeva con la sua tela e poi
lo strattonò contro una vasca.
<… oppure è ancora qui
nascosto nell'ombra>
Le parole di Nova arrivarono in
ritardo. I Vendicatori si prepararono a ricevere visite che non tardarono a
presentarsi. Nella stanza altri guerrieri armati comparvero.
A guidarli un uomo con una
maschera del teatro giapponese no. I suoi guerrieri avevano le facce dipinte ma
non portavano maschere. I loro costumi erano dei kimoni modificati sopra cui
pendevano cartucciere. Ognuno era armato con una katana e con un tipo diverso
di arma da fuoco. L'uomo con la maschera parlò.
<Voi occidentali non
impedirete al glorioso sol levante di riprendersi il posto che gli spetta nella
storia, quello che ci ha promesso Demonicus>
<Paese che vai, fanatici integralisti
che trovi. Non è un problema, per il mio martello voi con il chiodo in testa
siete tutti uguali e sono pronto a farvelo entrare del tutto> disse
Thunderstrike sicuro che sarebbe bastato un suo fulmine per disperdere quei
criminali.
<Demonicus ci ha dato
qualcosa per difendere le sue ricerche, in questi laboratori sta nascendo il
nuovo Giappone> detto questo prese la katana e senza preavviso se la piantò
nel petto trapassandolo. Rimase fermo impassibile con la lama che usciva per
metà dalla schiena.
<Non siamo più il commando
che il vostro Capitan America sconfisse. Al tempo ci alleammo con Lady
Deathstrike ma le promesse che ci fece non furono mantenute.
[Captian America V3 1] Demonicus ci ha trovato e ci ha dato un potere, quello di
essere inarrestabili. Le nostre cellule sono state potenziate, ognuno di noi ha
un dono ed è pronto ad usarlo contro voi feccia americana>
<Non parlare così del nostro
paese, mangia sushi. Sei fortunato che USAgent non si qui a sentirti!> disse
Nova colpendolo con un raggio concentrato. Lo spedì contro una parete sulla
quale, per la forza dell'impatto lasciò la silhouette del suo corpo. Gli altri
attaccarono. Calabrone assunse le dimensioni dell'insetto e iniziò a tempestare
uno dei guerrieri con il suo bio-pungiglione.
Thunderstrike ruppe di netto con una
martellata la Katana che stava per raggiungerlo.
<Quando un uomo con la spada
incontra un uomo con il martello, l'uomo con la spada è un uomo morto o almeno
privo di sensi> detto questo lo stese con un pugno scoprendo che del suo
avversario era rimasto solo il kimono. Si era vaporizzato.
Aracne avvolse l'arma del suo
avversario con un bozzolo impenetrabile.
<Ho l'impressione che
Demonicus gli abbia fornito la colazione dei campioni a base dei DNA dei
criminali. Sono meno potenti degli ibridi dell'isola volante ma non dobbiamo
sottovalutarli> All'improvviso però le due squadre si arrestarono. Tutti i
loro occhi erano rivolti verso gli schermi, che ora mostravano un’unica
drammatica terrificante immagine, l'emersione di Godzilla vicino al porto di
Tokyo. Gli integralisti si inginocchiarono e in coro intonarono una specie di
cantilena che terminava con una parola ripetuta più volte “Kaiju”.
Nevada.
Il Quinjet atterrò in mezzo alle
macerie. L’Hulk Rosso s’era scatenato da quelle parti lasciando la consueta
scia di distruzione dietro di se.
<Beh non possiamo dire che
non ci abbia lasciato una pista...> disse Sharon Ventura.
<Già, non sarà difficile
trovarlo. Il problema sarà cosa farne quando lo troviamo... inoltre, tra poco
farà buio.> aggiunse Tigra.
<Hank mi ha detto che uno dei
rimpianti maggiori dei Vendicatori è stato non riuscire a trattenere Hulk nel
gruppo. Forse il destino ci ha dato una seconda chance. Dobbiamo aiutarlo,
chiunque lui sia.> osservò She Hulk.
<I detriti proseguono verso
il deserto...> intervenne USAgent guardando nel binocolo.
<Ci sta; anche mio cugino
Bruce era sovente cercare pace nel deserto del New Messico. Anche quest’altro
tizio deve avere le stesse esigenze.>
<Siete sicuri che non si tratta
del vero Hulk ma magari... trasformato? Non sarebbe la prima volta.... Ben
Grimm mi disse una volta che da “verde e stupido” si è trasformato in “grigio e
intelligente”. Potrebbe trattarsi di un’altra mutazione, no?>
<Lo pensavamo anche noi
all’inizio> le rispose Agent <Ma l’Hulk originale è stato avvistato
altrove mentre noi combattevamo quello rosso a Orange Country. Questo esclude
quest’ipotesi.>
<Ma allora... chi può
essere?>
<Non ne abbiamo la minima
idea> disse Tigra <abbiamo fatto una lista di probabili “gamma irradiati”
ma tutti avevano un alibi, quando è apparso il Rosso.>
<Non ci resta che
raggiungerlo e chiederglielo di persona, allora. Muoviamoci.> esclamò
USAgent col consueto tono autoritario.
<Vado avanti io> disse
Tigra <Sono l’unica in grado di vedere al buio.>
Così l’insolito quartetto si
avviò nel deserto alla ricerca dell’uomo mostro dalla pelle cremisi.
***
Riuscì ad accendersi un piccolo
fuoco per potersi scaldare, riparandosi in una piccola grotta. Il calore generato
dalla fiamme gli recavano sollievo. Quand’era trasformato non sentiva né il
freddo né la fame.... ora invece tutte le sue debolezze umane si facevano
sentire in toto. Osservava le sue mani... così piccole, così normali…gli
sembrava impossibile che potessero diventare rosse ed enormi e in grado di
frantumare la roccia... come se non fosse più se stesso, ma come se fosse il
corpo di... qualcun altro. Era così anche per Bruce, forse? Era questo il
dolore, la paura con cui doveva convivere? Sicuramente era qualcosa che non
avrebbe augurato a nessuno, figuriamoci ad un amico.... adesso capiva il perché
di tante cose, di tante scelte fatte da Banner, in passato. Ma chi se lo
aspettava che le cose fossero così.... tremende? Sembrava di vivere in un incubo.
<Che ne sarà di me,
adesso?> pensava, terrorizzato <Che futuro potrò mai avere? Devo
rintracciare Bruce, è l’unico che può capirmi o aiutarmi... ma come?>
E mentre pensieri di questo tipo
gli passavano per la mente, sentì una voce all’interno della caverna:
<E’ permesso?>
Pochi istanti prima.
La luce del falò mostrava
chiaramente la sua posizione.
<Ok, dev’essere il nostro
uomo.> disse USAgent
< O lui, o dei campeggiatori
coraggiosi> osservò Sharon Ventura.
<Ok, vado io. Da sola.>
disse She Hulk.
<Cosa?>
<Mi hai sentita, Agent: ci
vado io e da sola. Chiunque sia in realtà quel tizio, in questo momento
dev’essere terrorizzato. Deve capire che siamo suoi amici e che siamo qui per
aiutarlo, non per combattere. Se avrò bisogno d’aiuto, vi contatterò con la communicard.>
<Ha ragione.> le venne
incontro Tigra.
<D’accordo.... hai cinque
minuti, Walters. Dopo di che, veniamo a prendervi.>
Jennifer annuì con un cenno
della testa, poi si diresse verso la grotta.
Una volta al suo interno,
cercando di avere un tono più amichevole possibile, esclamò:
<E’ permesso?>
L’uomo all’interno cercò rifugio
nell’ombra.
<CHI SEI?>
<Non aver paura.... non sono
qui per farti del male. Mi chiamo Jennifer Walters, e sono dei Vendicatori. Lo
so che l’ultima volta che siamo incontrati le cose tra noi non sono state
proprio.... amichevoli. Diciamo che abbiamo equivocato, e ora siamo qui per
rimediare.>
<Tu.... sei She Hulk.>
disse la voce nell’oscurità.
<Già. Difficile nasconderlo,
non trovi?> rispose, ironica, materna, accomodante <So quello che stai
passando. Mio cugino me ne ha parlato tanto volte. Non devi affrontarlo da
solo. Noi ti possiamo aiutare.>
<Tu... sei la cugina di Bruce
Banner?>
<Si. Io e Bruce abbiamo un
legame più vicino a quello tra fratello e sorella. Se verrai con me, te lo farò
incontrare.>
Fu come una risposta alle sue
preghiere. Era solo, disperato.... che cosa aveva da perdere? Male che andava,
poteva procurargli dei vestiti, un letto e un pasto caldo.
Fece alcuni passi verso di lei, stava
per uscire dall’oscurità in cui s’era rifugiato quando, all’improvviso, una
freccia luminosa gli trafisse il petto.
<NO!> esclamò She Hulk,
stupita <Chi diavolo.....??>
<Ti ringrazio per averlo
rintracciato e distratto per noi> esclamò la donna chiamata Atalanta <Non
devi preoccuparti per lui: la mia freccia neurale lo ha solo tramortito... il
tempo necessario per portarlo alla base e avere cura di lui.>
Mentre pronunciava queste
parole, un mezzo tecnologico stava atterrando poco distante dall’ingresso della
grotta.
<Ma chi cazzo sono??>
esclamò USAgent nel vederlo.
<Non lo so. Andiamo a
scoprirlo. Muoviamoci!> esclamò Tigra, scattando per prima.
<E voi chi sareste?>
domandò She Hulk, in attesa dell’arrivo dei suoi compagni.
<Posso risponderti io> disse
l’uomo sceso dal jet. Aveva barba e capelli rossi e indossava una specie di
tuta tecnologica.
<Mi chiamo Ulisse e sono il
comandante sul campo del Pantheon. Siamo un organizzazione segreta che si
occupa dei problemi che attanagliano il mondo. In una parola, siamo i buoni e
siamo qui per prenderci cura di lui.>
<Un momento!> sbraitò
USAgent, arrivato lì di furia <Con quale autorità venite qui a darci degli
ordini? Noi siamo i Vendicatori, mica pizza e fichi! Non vi lasceremo mai
prendere in custodia una potenziale minaccia di quel livello. Levate voi le
tende!>
<Non sapreste nemmeno
cominciare con lui!> disse ancora Atalanta <Siamo l’unica possibilità per
quel ragazzo. Al Monte abbiamo i mezzi e le attrezzature per curarlo.>
<Come infilzarlo con una freccia?>
le rispose Tigra in maniera sarcastica e malcelato fastidio.
<Ragazzi calma. Siamo tutti
dalla stessa parte. Vendicatori, so che non ci conoscete ma credetemi quando vi
dico che abbiamo molte più informazioni sul suo conto di quanto voi riusciate
da immaginare. Siamo in grado di potergli fornire una cura.>
<Si, ti credo quando affermi
di saperne più di noi sul suo conto.... e qualcosa di mi dice che ci siete voi
dietro i guai che ha passato questo poveraccio.> disse She Hulk
<Concordo. Di qua non si muove.
Verrà via con noi.> disse ancora USAgent, a muso duro.
<Siamo pronti a prendercelo
con la forza> gli rispose Atalanta, incoccando una freccia al plasma.
<Abbassa quell’arma sorella,
non costringermi ad affilarmi le unghie sul tuo faccino> le rispose Tigra.
<EHI DU, DONNA GADDO!>
disse il gigante corazzato Aiace <DOD BROVARE A MINAGGIARE ADALANDA!>
<Vi prego ragazzi> disse
ancora Ulisse <Non costringeteci a farvi del male.>
<VENDICATORI UNITI!> fu la
sola risposta di USAgent.
Continua.....
Le
Note
Per una serie di coincidenze – o un oscuro
allineamento dei pianeti – questo mese ha visto tornare al cinema un grande
classico della fantascienza –Godzilla – e anche sulle pagine di MarvelIT il
celebre mostro giapponese ha fatto la sua ricomparsa, prima sull’ Iron Man di Carlo Monni e ora qui, sui
nostri VCO.
Godzilla, per chi non lo sapesse, è stato
protagonista di una breve serie Marvel dal 1977 al 1979, scritta da Doug Moench
e disegnata da Herb Trimpe, per cui non deve stupirvi la sua presenza in una storia
Marvel, ed è proprio su quelle pagine che fece la sua prima apparizione il
Dottor Demonicus, il villain di questi ultimi episodi e avversario ricorrente
dei VCO.
In sottofondo, portiamo avanti la sottotrama
dell’Hulk rosso che abbiamo introdotto nella nostra prima storia. A mettere il
bastone tra le ruote ai nostri eroi, il Pantheon.
Durante il ciclo firmato da Peter David, il Pantheon
fu il cast ricorrente di comprimari nelle storie del Golia Verde. Ispirati ai
personaggi della mitologia greca, questa misteriosa organizzazione dagli
strumenti avanzatissimi porta avanti piani per la salvezza del mondo... con
metodi discutibili.
Infine, spendiamo due parole per il titolo di questo
episodio... “Kaiju”.
E’ il termine con cui si identificano i mostri della
fantascienza giapponese, di cui appunto Godzilla è il più famoso. Mostri nati
dalla creatività degli autori nell’immediato dopoguerra, spesso vedono le loro
origini delle radiazioni nucleari..... proprio come il nostro Hulk (verde o
rosso che sia! J ), motivo per
il quale, grazie a questo incrocio narrativo che li vede entrambi protagonisti
nelle nostre pagine, abbiamo scelto questo termine come titolo.
NEL PROSSIMO EPISODIO: VCO contro il Pantheon da una
parte, VCO contro Godzilla dall’altra. Non vi basta? Ok: ci aggiungiamo anche
Sole Ardente, il più grande eroe giapponese!
Carmelo e Igor.